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JUNGLE DRUM

Orari

1 Gennaio 2017
dalle 10:00 alle 20:00

Per info e iscrizioni

JUNGLE DRUM

Testo e ideazione di Pietro Quadrino

Regia di Giulio Boato e Pietro Quadrino

Cast Pietro Quadrino, Marc Moon Van Overmeir, Paola Cabello e Sarah Cabello

Musiche originali di Lorenzo Danesin

Lighting design di Wout Janssens

Costumi di Maarten Van Mulken

Foto Guido Mencari

 

Una produzione Post Scriptum Company in coproduzione con Troubleyn/Jan Fabre e Angelo Mai

Spettacolo in produzione a partire da gennaio 2017

 

Jungle Drum è il secondo spettacolo di Post Scriptum Company. È nato dopo l’esperienza de L’uomo rivoltato, un solo scritto e interpretato da Pietro Quadrino e diretto da Giulio Boato. Questo primo lavoro comune ha posto le basi della collaborazione dei due artisti, permettendo la nascita di una poetica condivisa, frutto delle loro precedenti esperienze professionali al fianco di figure quali Jan Fabre, Ariane Mnouchkine, Jan Lauwers, Romeo Castellucci, Alex Rigola, Pascal Rambert, Carlo Boso, Shiro Takatani.

La produzione dello spettacolo inizierà a gennaio 2017 grazie al sostegno di Troubleyn/Jan Fabre che, così come aveva fatto per L’uomo rivoltato, affiancherà produttivamente questo nuovo lavoro di Post Scriptum Company, mantenendone così la vocazione di teatro europeo, che superi i confini nazionali creando sinergie fra i diversi paesi.

 

Concept

Jungle Drum prende le mosse da una riflessione sulla condizione dell’artista all’interno della società. L’artista è colui che si mostra: la sua esistenza si giustifica solo in funzione di un altro che lo guarda, accordandogli così il diritto di esistere. A teatro, l’altro s’identifica con il pubblico. Da qui il ragionamento può allargarsi e riferirsi all’intera società, mostrando come le nostre azioni siano guidate o influenzate dallo sguardo altrui. La proliferazione dei social network non fa che mettere in evidenza la nostra natura di animali sociali.

In questo sistema, le distinzioni tra l’altro e il sé si smussano. L’altro diventa lo specchio in cui riconoscersi, il pilastro su cui fondare la propria identità. Portato alle estreme conseguenze, l’altro diventa la nostra unica ragione di vita. Questa volontà di simbiosi tra il soggetto e la propria alterità trova forse origine nella condizione primaria dell’uomo: la solitudine. L’elemento che fa da cerniera tra queste due condizioni è il tempo. Con il passaggio del tempo l’alterità si rivela una componente intrinseca dell’identità: l’inesorabile destino legato alla caducità del tempo è sfidato ancora una volta da un uomo che giura eterno amore all’altro.

 

Nota di regia

In Jungle Drum, gli attori e le danzatrici sono scelti non solo per le loro qualità d’interpreti, ma anche per le storie che sono scritte sulla loro pelle (la loro età, i loro connotati…). Le “cicatrici della vita” sono armi espressive irriproducibili, e materia di lavoro per gli artisti della scena. In questo senso, i performer non hanno bisogno di recitare la loro condizione: sono chiamati a presentarla.

Di conseguenza, la scena di Jungle Drum non sarà semplicemente il luogo di enunciazione di un testo, ma il contesto in cui agiranno a pari livello parola, corpo, suono, tempo e spazio. La poetica che stiamo sviluppando, in continuità con L’uomo rivoltato ma arricchita da un cast più ampio, sonderà le barriere tra presentazione e rappresentazione, andando ad indagare la condizione dell’uomo in società, il rapporto tra la sfera intima e l’immagine pubblica, tra l’essere e l’apparire: dilemmi tanto attuali quanto atemporali.

 

Il cast

 In scena per Jungle Drum, insieme a Quadrino, un bambino (di età compresa fra i 7 e i 13 anni) e altri tre performer: Marc Moon Van Overmeir, Paola Cabello e Sarah Cabello.

La scelta del cast è sintomatica: al fianco di Quadrino, da un lato due figure limite, quali un attore in età matura (che porta sul proprio corpo l’azione del tempo) e un bambino preadolescente (che non rappresenta l’infanzia: è l’infanzia); dall’altro, le danzatrici Cabello, gemelle omozigote, che incarnano nel loro stesso essere (o apparire) la nozione di doppio, di specchio, di altro.

 

Marc Moon Van Overmeir (Anversa, 1958), storico performer di Jan Fabre fin dagli esordi negli anni ’80, ha conosciuto Quadrino durante la realizzazione di Mount Olympus nel 2015.

Paola e Sarah Cabello (Sevilla, 1987) sono performer e danzatrici, presenti nell’ultimo spettacolo di Angelica Liddel Qué haré yo con esta espada.

Pietro Quadrino (Roma, 1987) è attore e autore teatrale. Dal 2012 fa parte della compagnia belga di Jan Fabre, con il quale ha creato tre spettacoli: This is theatre like it was to be expected and foreseen (1982-2012), The power of theatrical madness (1984-2012), e Mount Olympus. To glorify the cult of tragedy. A 24h performance (2015). Nel 2015, partecipa alla creazione dello spettacolo Dans une chambre en Inde, per la regia di Arianne Mnouchkin.

La regia resta a Giulio Boato (Venezia, 1988), regista teatrale e cinematografico che collabora con Troubleyn/Jan Fabre (Anversa), Socìetas Raffaello Sanzio/Romeo Castellucci (Cesena), Dumb Type/ShiroTakatani (Kyoto), La Compagnie des Indes (Parigi), Alchemy/Phil Griffin (Londra) e DOYOUDaDA (Venezia-Bordeaux) di cui è fondatore. Diplomato in arti dello spettacolo (Università IUAV di Venezia e Università di Bologna), ha redatto articoli accademici sull’opera di Jan Fabre e Robert Lepage per le riviste «Antropologia e teatro» (Bologna), «Revista brasileira de estudos da presença» (Porto Alegre), «Alfabeta2» (Roma), «Agon» (Lione), «Traits d’union» (Parigi).

Le musiche originali sono di Lorenzo Danesin (Treviso, 1988), che ha studiato chitarra classica e musicologia. Ha firmato le colonne sonore dei film-documentari Jan Fabre. Beyond the artist e Animata Resistenza (diretto da Alberto Girotto e Francesco Montagner) vincitore del Leone come miglior documentario sul cinema alla 71 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.