A Mosca! A Mosca!
Se Maša, Ol’ga e Irina si fossero immediatamente trasferite a Mosca, non avremmo mai avuto le “Tre Sorelle” di Cechov.

“A Teatro! A Teatro!”

È davvero il caso di parlare di riaperture senza le condizioni per poterlo fare?

Per condizioni intendiamo quelle , tecniche, dell’ordine delle regole e dei divieti, dell’attenzione obbligata alla salute, e quelle , cioè le storie, le narrazioni e lo sguardo sul nostro presente. Per condizioni intendiamo quelle , l’elaborazione del trauma, le ferite sociali, le solitudini, le riverberazioni psicologiche, la tutela dei corpi fragili. Quando dopo un’esperienza traumatica come quella del Covid19 si punta un proiettore o si percorre il palco o si indica una direzione o si muove un passo non si sta mettendo in scena solo uno spettacolo. Come sempre ma con ancora più forza va in scena l’intero mondo del teatro e della danza. !​​, per intenderci. Ma per intenderci ancora meglio si mette in scena il nostro stare al mondo attuale e, nel nostro qui ed ora, il nostro proiettore punta sul vuoto. Sul vuoto dei nostri diritti, ancora più manifestatamente emerso durante questa pandemia, sul vuoto amministrativo e gestionale del nostro settore, sul vuoto culturale di chi non dà valore alla scena e non ha a cuore il suo futuro ma ne decide le sorti. E attenzione nel credere neutrale questo vuoto. Non lo è. Deriva da anni di pessima gestione e pessima redistribuzione delle risorse, da generazioni di direzioni maschili, di iniquità delle paghe, e soprattutto da un vuoto di visione rispetto al ruolo delle arti nel contemporaneo.

A fronte dei grandi teatri/enti a cui sono stati confermati i finanziamenti “a fondo perduto” almeno per il prossimo anno, la situazione dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo dal vivo non gode affatto dello stesso trattamento. Ovvero, la carenza sistemica di diritti, tutele, ammortizzatori sociali, permane e si alimenta della crisi. Poche monete affettuosamente arrivate in ritardo o mai arrivate, nessuna ipotesi di intermittenza, nessun lavoro strutturale, grande salto dalla precarietà alla definitiva povertà. Diritti inevasi e piazze non ascoltate. I teatri “piccoli”, inoltre, già in vita a fatica e grazie – spesso – solo alla volontà straordinaria di chi li gestisce sono completamente abbandonati a sé stessi. E non ci risulta che, tranne in rarissimi casi, i teatri “grandi” facciano da traino a quelli più piccoli o che questi vengano coinvolti nelle programmazioni ufficiali.

Per quanto riguarda poi Roma lo scenario è drammatico e non riguarda solo il teatro.

Continua il sistematico boicottaggio di ogni forma di dinamismo culturale, l’inimicizia nei confronti di luoghi fisici e simbolici in fatto di socialità e libertà:
– A partire dai luoghi istituzionali: frastuono sterile e insidie burocratiche attorno alla vivace direzione artistica di Giorgio Barberio Corsetti e Francesca Corona del @Teatro di Roma
E ancora:
– Sabotaggio delle arene estive gratuite da anni felicemente animate da I ragazzi del Cinema America
– Attacchi mafiosi reiterati alla vita culturale di Centocelle
– Nessun avanzamento sul Regolamento comunale che determina la vita futura degli spazi sociali, delle scuole e palestre popolari e di molto altro attualmente sotto sgombero a Roma.

Crediamo che dunque occorra domandarsi cosa si riapre. Con quale prospettiva futura e con quale sguardo sul presente. Con quali regole, con quali diritti, con quale reddito e con quali tutele. Con quale idea dello stare dei corpi nel mondo. E soprattutto con quale visione.
Crediamo che attualmente non ci siano le condizioni per negoziare ancora una volta le nostre vite e le nostre intelligenze con chi sembra non avere intenzione di ascoltarci.
Decidiamo dunque di NON ASSECONDARE questa finta ripartenza attivando lavoro poco pagato, programmando gratuitamente per un sistema sordo.

NESSUN PROGRAMMA SE ANCHE PER NOI NON C’È NESSUN PROGRAMMA
Decidiamo però di riaprire con attenzione il meraviglioso spazio all’aperto dell’Angelo Mai per renderlo luogo accogliente e d’incontro, spazio comune all’ aperto nel verde.
Abbiamo lavorato con cura per rendere la terrazza Nocturama vivibile, sicura e accogliente per tutt* coloro che vorranno trascorrere delle serate piacevoli e insieme a noi continuare a porsi domande e cercare risposte.
Dal 22 giugno, dal lunedì al venerdì dalle ore 19 a ingresso libero, l’Angelo Mai vi aspetta. 
Continueremo inoltre, come negli ultimi mesi, una volta a settimana ad occuparci dei pasti di Baobab Experience.
Invitiamo caldamente a sostenere questa esperienza in qualunque forma e se volete informazioni, contattateci pure.
Dice Ol’gaLa banda suona così allegramente e sembra che tra poco anche noi sapremo per cosa viviamo per che cosa soffriamo…Oh se potessimo saperlo! Se potessimo saperlo! “