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Hello Austria.Europa 2011

giovedì 8 Marzo
21:00

DA_DOVE_STO_CHIAMANDO
un progetto per il teatro

HELLO AUSTRIA.EUROPA 2011
uno spettacolo di Fiorenza Menni/Teatrino Clandestino

ideazione: Fiorenza Menni
drammaturgia: Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi
musiche: Francesco Guerri
con: Fiorenza Menni e Laura Dondoli (voce, elettronica), Francesco Guerri (violoncello preparato, elettronica)
direzione tecnica: Giovanni Brunetto e Sergio Omnidrive Scanu
organizzazione e comunicazione: Giorgia Mis e Serena Terranova
amministrazione: Elisa Marchese
grafica e web design: Diego Segatto
un particolare ringraziamento a: Eva Geatti, Alice Keller, Marcella Riccardi, Rojna Bagheri, Simona Barbagallo, Alberto Bario, Filippo Monti, Giovanni Brunetto
atelier creativo: Sì – Via San Vitale 67, Bologna
produzione: 2011 Teatrino Clandestino
Teatrino Clandestino è sostenuto da:
Comune di Bologna – Settore Sistema Culturale e Giovani
Provincia di Bologna – Assessorato alla Cultura
Regione Emilia Romagna – Assessorato alla Cultura
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Dipartimento per lo Spettacolo
Si ringrazia: Fiorentini+Baker

Fiorenza Menni, attrice e autrice della compagnia Teatrino Clandestino, presenta all’Angelo Mai la nuova versione di Hello Austria.Europa 2011, spettacolo che ha debuttato quest’estate con un allestimento open-air al Festival di Santarcangelo. Costruito attorno al tema dell’identità europea, Hello Austria è la voce di una donna che raccoglie su di sé più biografie, stralci di esperienze che trovano nel suo corpo e nella sua figura un punto di contatto.

In Hello Austria.Europa 2011 Fiorenza Menni abita il palcoscenico insieme alla giovane attrice toscana Laura Dondoli, già apparsa sulle scene ne L’Avaro del Teatro delle Albe. Le due presenze sono in perenne dialogo con il violoncello di Francesco Guerri, che dall’inizio dello spettacolo fa da contrappunto e da accompagnamento alle parole dette, intrecciandosi con i movimenti delle due attrici lungo la scena costruita di casse audio, strumenti elettronici e microfoni. Il testo e la musica plasmano così uno spettacolo che si rivela da subito una canzone, un inno che compone di fronte agli occhi dello spettatore il ritratto di un’identità nomade, vivace, accesa dagli incontri intrapresi in diversi luoghi e momenti di un viaggio immaginario.

Hello Austria.Europa 2011 è un concerto imperniato sull’idea di provenienza.
Una voce e un violoncello dialogano intorno al rapporto tra le scelte di vita di una singola individualità e la costruzione del concetto di identità europea.
La voce, più che essere gettata in una biografia contingente, affonda nella propria appartenenza, cantando le possibilità d’una vita autonoma e il disegno esperienziale d’una vera comunità.

Da dove

Cittadini europei sono quelli che si possono sentire figli di quella descrizione culturale che è l’Europa? Io quella cosa lì ce l’ho per nascita. Quella descrizione la riconosco come frutto di una presa di posizione, me ne sono nutrita per decenni. Nel crescere ho imparato che non era né univoca né precisa. Ci sono proposte per i tratti caratteristici: romanità, religioni della rivelazione, illuminismo, razionalismo, tolleranza, diritti umani, stato sociale. Ma nessuno di questi aspetti è veramente un’essenza dell’europeo. Non c’è qualcosa come un gene europeo da scoprire nella mente. Ripercorrere me stessa è un’ipotesi tra le tante, non quella giusta. Sono cresciuta negli anni ’70, ho fatto gli anni ’80 e i ’90, ho vissuto il racconto della seconda guerra mondiale. Sono un buon esempio di cultura europea: ho vissuto la libertà, ho avuto la possibilità di viaggiare, ho scelto cosa studiare, ascolto la musica di tutto il mondo. Sono un buon esempio, io come tanti altri, non so se mi spiego.

Il motivo per cui mi attrae l’identità europea è il suo essere in crisi. La sicurezza identitaria mi ha sempre spaventata, mi ha sempre mostrato un eccesso di arroganza. Tutto ciò che la smantella per me è divertente. Non che io abbia il gusto dell’incrinatura dell’istituzione, ma mi intriga osservare come gli spostamenti umani riescano a modificare la qualità razionale. Io amo la storia del pensiero razionale, ma mi diverte moltissimo tutto ciò che con ritmo inaspettato riesce a metterlo in crisi. Questi ritmi a sorpresa creano delle incognite, generano altro pensiero. Ed è proprio il concetto di identità che risulta essere fallace. Cos’è che crea l’identità? Tante persone che mangiano allo stesso modo, tante persone che si vestono allo stesso modo, che parlano la stessa lingua? Una persona può avere tante identità, per ogni aspetto una. Proprio per questo, il sentimento di identità, che è quello che dovrebbe rafforzare la tua vita nel farsi, è invece la cosa che più vivo e più mi viene messa in discussione. (FM)

Fiorenza Menni è attrice e autrice di teatro. La sua scrittura è volta alla creazione di una drammaturgia originale e di testi di riflessione estetica e filosofica.
Con il progetto Civile, cura un network di pensieri e interventi teatrali sulla relazione attore-cittadino. Contestualmente si occupa della formazione dell’attore proponendo percorsi di lavoro che tendono ad allenare la precisione sentimentale dell’interpretazione.
Dal 1994 al 2008, si occupa dell’ideazione e dell’interpretazione degli spettacoli, dal 2008 ne cura anche la regia.

Teatrino Clandestino crea e produce gesti performativi e nuova drammaturgia.
La compagnia, diretta da Fiorenza Menni, opera in continua evoluzione formale ed estetica in relazione alla progressiva espansione dell’orizzonte contenutistico di applicazione, e collabora con artisti e performer provenienti da diverse discipline artistiche e scientifiche.
Attraverso il Sì, suo atelier creativo, la compagnia si mette in relazione, ospita e sostiene altri artisti.

Per prenotazioni scrivere a prenotazioni@angelomai.org