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ATELIERSI / URBAN SPRAY LEXICON PROJECT

sabato 14 Febbraio
20:00

Un progetto performativo dedicato alle scritte sui muri nel quale i graffiti diventano i segni da cogliere per un percorso tra le passioni e le contraddizioni del rapporto tra individuo e società, tra necessità esistenziale, azione politica e ambiente urbano. Questo esercizio interpretativo del lessico spray dal primo novecento fino a oggi vuole essere una pagina aggiunta per guardare la nostra parte di mondo, per incocciare nei rovesci, nei crolli. Questi slogan sono precipitati di contesto che possono divertire, irritare, far marcare una propria lontananza o portare a incappare in intuizioni condivisibili. Si collocano nella pratica della rivolta, sono pensieri in forma germinale. COMPATIBILE installazione a cura di Diego Segatto Le 365 scritte murali, scelte e pubblicate sui social media da Ateliersi (una per ogni giorno del 2014 a partire dal primo gennaio) vengono proiettate e interagiscono con i materiali prodotti dagli Angeli del Bello e da tutti coloro che si danno la missione di rimuovere il lessico spray dai muri cittadini. h20 FREEDOM HAS MANY FORMS lezione-performance di Fiorenza Menni e Andrea Alessandro La Bozzetta | con Andrea Alessandro La Bozzetta Attraverso proiezioni da libri, fotografie, e documenti audio e video Ateliersi rivela piccoli segreti, microstorie, aneddoti sugli autori delle scritte e sull’atto di scrittura/imbrattamento. Episodi che spesso rimangono celati dietro l’ignara fruizione di codici, slang, segni grafici e che portano le parole ad imprimersi temporaneamente su un muro: spazio d’espressione e limite tra dominio pubblico e privato. h 21,30 SE LA MIA PELLE VUOI spettacolo di e con Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi | con Liao Ving Ze | alla batteria Vittoria Burattini | alla chitarra Mauro Sommavilla | paesaggio sonoro Alessandro Gulino / direzione tecnica Giovanni Brunetto | amministrazione Elisa Marchese | comunicazione Tihana Maravić Nello spettacolo Se la mia pelle vuoi i versi murali acquistano voce e sonorità, e i messaggi visivi vengono trasformati in gesti performativi. Al gusto per il pensiero graffiato sui muri viene giustapposta la domanda su ciò che precede l’atto di scrittura, una domanda che oltrepassa la soglia tra individuo e comunità, una soglia su cui si pone il lavoro, a partire dall’intimo dialogo in apertura. Un’operazione scenica dove il linguaggio teatrale agisce in stretto contatto con le arti visive e sonore e dove le dinamiche del paesaggio urbano diventano materiale drammaturgico, frutto di una ricerca sulla strada quale elemento di confine tra individuo e corpo sociale per sua natura mobile e indefinito.