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Vincenzo Costantino Cinaski | Smoke

martedì 9 Aprile
21:00

L’idea di fare un disco non mi aveva mai sfiorato neanche lontanamente, a me piace scrivere. Quando poi ho visto il mondo della musica e della televisione migrare verso la carta stampata
l’ho considerata come un’ invasione di campo e mi è venuta voglia di rispondere con un invasione a mia volta, anche se la musica nelle mie letture e performance c’è sempre stata e ha giocato sempre il ruolo di coprotagonista. Nasce così l’idea di raccogliere scritti, inediti e pubblicati, in una stessa confezione, ma vestiti a nuovo, in forma di canzone-storia o di canto- poetico come a continuare la tradizione che amo di più, quella dei trovieri / trovatori.
Ho chiamato a raduno alcuni degli amici più intimi e qualche nuovo arrivato perché la vestizione dei brani assumesse quella confidenzialità e verginità all’ascolto che a me era preclusa per via dell’affetto che nutro verso i miei scritti. Il grosso del lavoro di confezione è stato fatto da Francesco Arcuri che ha curato anche la produzione artistica coadiuvato nella produzione tecnica da Taketo Gohara. Altre vestizioni importanti portano la firma affettuosa e incondizionata di Simone Cristicchi (Sera di pioggia), Folco Orselli (È bellissimo), Stefano EDDA Rampoldi (Epitaffio) , Michele Di Toro (Polvere di stelle), Alessandro ASSO Stefana (Terra) e Vinicio Capossela (Le Cento Città).
Non c’è nessuna velleità nell’affrontare quello che io considero un esperimento, è stato divertente come un invasione di campo in uno sport nobile come il rugby, mi piace considerarlo un po’ come il mio terzo tempo, da condividere con voi. La cosa che mi è riuscita, e volevo assolutamente che accadesse, è che tanti mondi si sono intersecati e hanno interagito e si sono raccontati dallo stesso angolo di visuale, quello dell’ occhio poetico, come la macchina fotografica di Harvey Keitel nel film Smoke, titolo che ho voluto ricalcare aggiungendo la didascalia parole senza filtro, perché così è, anche a livello tecnico abbiamo viaggiato sul buona la prima quasi sempre, non ci sono filtri se non quello del nostro buon gusto e del divertimento.
È partito tutto come un’ idea di provocazione, che ha provocato entusiasmo in me e in chi ha ascoltato il disco, sembra contagioso ma per fortuna viviamo ancora di libere scelte. Le accuse che si potrebbero fare, e che verranno fatte, saranno di solipsismo, di relativismo, di autoreferenzialità, ma sia io che il disco rispondiamo che se racconti il mondo che vedi e lo canti gli occhi a cui fai riferimento sono i tuoi e quelli che incontri e occhi che si assomigliano e vedono le stesse cose ce ne sono tanti e sanno riconoscersi e ascoltarsi.
C’è qualche sorpresa , ho scritto musica e testo di una canzone per la prima volta in vita mia, Il re del bar, e ho voluto cantarla per liberare la voce dalle pagine così come ho fatto con Il poeta di Bruno Lauzi e due omaggi a Pete Seeger e Leonard Cohen. Insomma è un disco di una novità antica, la tradizione orale, che si ascolta benissimo in macchina , mentre si viaggia e che è stato concepito quasi completamente in bagno, pensato e scritto e per qualcuno l’associazione bagno/ prodotto sarà immediata e originale ma in realtà se avete la macchina che è un cesso, questo è il disco che fa per voi.
Buon ascolto
V.C.C.

Vincenzo Costantino, conosciuto come Cinaski, soprannome dovuto a un retaggio adolescenziale dal 1980, nasce a Milano nel 1964. Frequenta le scuole dell’obbligo sino alla maturità scientifica e contemporaneamente frequenta i mondi di periferia milanese, coltivandone pregi e difetti. Si iscrive all’Università statale di Milano alla facoltà di Lingue e letteratura straniera per poi abbandonarla dopo tre anni di mala frequentazione. Tra i molteplici lavori Costantino annovera collaborazioni con alcune testate giornalistiche underground di letteratura, una breve esperienza giornalista per un giornale del sud Milano (l’Eco) e centinaia di nottate a farsi domande.
Nel 1994 c’è l’incontro umano e letterario con Vinicio Capossela da cui nascerà un’amicizia duratura e sincera che sfocerà in un reading/tributo a John Fante / (Accaniti nell’ accolita) e successivamente in un libro scritto a quattro mani con Capossela edito da Feltrinelli nel 2009: In clandestinità- Mr Pall incontra Mr Mall  oltre a centinaia di nottate a farsi domande.
Dopo l’esperienza di una pubblicazione sotterranea e filantropica di Luciano Murelli nel 2000, di una raccolta poetica che riscuote un buon successo sotterraneo, nel 2010 pubblica per Marcos y Marcos la sua prima ufficiale raccolta poetica dal titolo  Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare, che riscuote un ottimo successo di vendite  e conferme della particolarità del personaggio Cinaski.
Vincenzo Costantino ama tanto scrivere quanto leggere e numerosissime sono le sue performance di letture musicate in giro per l’Italia con la complicità di diversi compagni di viaggio iniziando dallo stesso Capossela, poi Folco Orselli (cant-outsider eterno amico) e in ultimo il complice fratellino Francesco Arcuri.
Dopo aver animato per cinque anni (2001/2006) i lunedì notturni dei milanesi con la banda del Caravanserraglio, esperienza di interazione delle arti e dei mestieri, comincia una lunga attività di recital dal vivo nei luoghi più disparati del paese portando storie e poesie all’insegna della potabilità e della condivisione. La poesia vestita di musica entra così nei bar, nelle osterie e anche nei teatri coraggiosi, dovunque ci siano orecchie e occhi incontaminati dalla distrazione.
Continua questo percorso, questo errare poetico, passato anche dalla triennale di Milano a novembre del 2011, coltivando amicizie e attestati di stima sempre più numerosi che lo incitano a non mollare e a continuare a scrivere e a leggere, come  gli dice uno dei suoi più grandi estimatori  e amico d’oltre oceano, Dan Fante (figlio di John) : “Vincenzo tu sei il mio poeta italiano preferito, keep writing, do not stop, keep writing… you are a gift.”
A ottobre del 2012 esce il suo primo disco di poesie musicate o di canzoni recitate, autoprodotto con la complicità di Gibilterra e la produzione artistica di Francesco Arcuri.